Alberi da frutto

Conosciamo il caco mela e scopriamone i benefici

cacomela

Il cacomela, o caco mela o caki mela, è una varietà della specie botanica Diospyros kaki, a cui appartiene anche il più comune caco.

Il cacomela non è un ibrido tra il caco e il melo, ma è una particolare varietà di caco i cui frutti somigliano per forma e proprietà organolettiche alla mela.

È un frutto di una varietà della Diospyros kaki, sviluppato per impollinazione del polline maschile, sprovvisto originariamente nella pianta madre.

Si differenzia dal caco per la consistenza più soda, infatti lo si può affettare con il coltello, appunto come una mela e anche la forma ricorda quella di certe mele, le renette in particolare. Inoltre, a causa della ridotta presenza di tannini, non ha bisogno di “ammezzimento”, cioè di essere messo a riposo in cassetta per un determinato periodo, per rendere la polpa più commestibile.

Per questo possono essere commercializzati e consumati subito dopo la raccolta.

Il cacomela è sempre più preferito al classico caco, che deperisce rapidamente e, quando è acerbo, non è commestibile perché astringente e amaro, allappante al palato, proprio a causa della presenza dei tannini.

Questo varietà fu ottenuta in Giappone alla fine dell’800 e riscosse molto successo in America e in Spagna, che ne avviarono la coltivazione già a partire dai primi del ‘900.

Oggi si stanno sviluppando piantagioni anche in Italia, soprattutto nell’Emilia Romagna e in altre zone del centro-sud Italia, per l’elevata richiesta di questo dolcissimo frutto.

Cacomela: caratteristiche

Il cacomela (o caco mela) è una pianta longeva e resistente.
Ha una crescita alquanto lenta, ma può diventare ultracentenaria.
Il cacomela è un albero deciduo, latifoglie che, se potato adeguatamente, può svilupparsi fino a 15-18 m di altezza.

Ha grandi foglie ovali, spesse e di un verde lucente. Produce un frutto formato da una bacca sferica verde con consistenza dura in fase precoce e di colore giallo-arancione alla maturazione fisiologica.
Il sapore è molto dolce e la raccolta si effettua generalmente a fine ottobre-novembre.

Caco mela: varietà

Le varietà di caco mela più diffuse sono quattro.

  • Caco mela Fuyu. Albero con portamentopiramidale ed elevata produttività.I frutti sono di grossa pezzatura, circa 200gr, e hanno buccia di colore giallo arancio e polpa gialla. La raccolta avviene a metà novembre.
  • Caco mela Hana Fuyu. Albero rustico, molto vigoroso, conproduttività medio-elevata. I frutti possono superare i 220gr e hanno buccia di colore giallo arancio e polpa arancio. Si conservano bene e hanno un ottimo sapore. È una delle varietà più precoci e i suoi frutti si raccolgono a fine ottobre.
  • Caco mela O’Gosho. Possiede un’elevata resistenzaalle basse temperature e una produttività elevata, ma tende all’alternanza di produzione. I frutti sono morbidi e gustosi, di media-grossa pezzatura, tra i 170 e i 200 gr, con la buccia di colore arancio intenso e la polpa di colore arancio. La raccolta si effettua all’inizio di novembre.
  • Caco mela Jiro. Albero di medio vigore ma di produttività elevata. Per le sue caratteristiche, è il più coltivato al centro-sud Italia. I frutti sono di media pezzatura, intorno ai 170 gr, dall’ottimo sapore, hanno buccia giallo arancio e polpa gialla. La raccolta comincia tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.

Proprietà e benefici del caco mela

Il caco mela può essere mangiato fresco, ma è ottimo anche nelle confetture, nelle salse dolci vanigliate per dessert, come gusto di gelato o a lamelle nella frutta disidratata.

Ma oltre che per il suo gusto, il cacomela apporta notevoli benefici all’organismo.
É altamente consigliato nelle diete sportive, perché è un elemento molto energetico, grazie al suo buon contenuto di zuccheri semplici, in special modo fruttosio. Inoltre contiene anche potassio, che aiuta a regolare la pressione sanguigna, e agisce come valido antidolorifico, perché allarga i vasi e rilassa i muscoli del corpo.

Contiene, ancora, diversi minerali tra cui calcio, ferro, fosforo e vitamine dei gruppi A, B, C, che servono a mantenere il normale funzionamento del sistema immunitario e nervoso, a ridurre la stanchezza e aumentare l’assorbimento del ferro.

Le sue elevate quantità di antiossidanti e fitonutrienti aiutano a neutralizzare i radicali liberi, causa principale di malattie degenerative come l’invecchiamento precoce, la cataratta, il cancro.

Ha un alto contenuto di fibre, che favoriscono una digestione più veloce, aumentando al contempo il senso di sazietà.

È un frutto quasi privo di grassi e con un alto contenuto di acqua, perfetto per chi ha problemi di colesterolo alto.
Il cacomela non contiene lattosio e glutine ed è perciò ben tollerato da celiaci e persone che non hanno l’enzima intestinale lattasi.

Tuttavia l’alto potere calorico legato al contenuto zuccherino ne consigliano un uso limitato a chi è iperglicemico o soffre di diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia.

Ma considera che il contenuto zuccherino aumenta proporzionalmente al grado di maturazione. In pratica, il cacomela consumato più sodo e acerbo possiede una densità calorica meno elevata di quello “ammezzito” e del caco normale molto maturo.

Perciò il cacomela è adatto a tutti i regimi alimentari ed è largamente utilizzato nella cucina vegetariana, vegana, crudista e non è noto nessun divieto in nessuna religione.

Come coltivare il cacomela

Il cacomela (o caco mela) è un albero abbastanza facile da coltivare e poco esigente.
Non richiede cure particolari, se non nei primi anni di vita, quando le radici non hanno ancora fortificato bene. In questo caso la soluzione è ricoprire il terreno con della corteccia, per proteggere le radici dal freddo e ridurre i rischi di malattie.
Ma andiamo con ordine.

Clima

L’albero di cacomela predilige il clima mediterraneo e tollera molto bene il caldo prolungato.
Tuttavia possiede grandi capacità di adattamento anche ai climi meno miti, sopportando, per brevi periodi, temperature invernali anche di -10°.

Esposizione

Per ottenere una crescita veloce e una ricca fruttificazione, il cacomela non deve essere collocato in un zona troppo umida del giardino.
Piantalo in pieno sole, in una posizione che permetta un’esposizione alla luce diretta del sole per buona parte della giornata.

Terreno

Il cacomela non ama i terreni troppo umidi che trattengono l’acqua.
Per avere il meglio dal cacomela bisogna avere un suolo ben drenato, argilloso e non salino e privo in particolare di sodio e boro.
Inoltre è un albero prevalentemente campagnolo e non tollera molto il mare e le zone costiere.

Messa a dimora del cacomela

Il cacomela si mette a dimora in primavera, per evitare il rischio di gelate.

  • Solitamente si acquistano alberelli di due anni pronti da piantare. Al momento dell’acquisto, fai attenzione alle radici, che sono la parte più delicata di questa pianta e perdere o danneggiare uno dei fittoni può compromettere lo sviluppo di tutto l’albero. Per questo puoi acquistare una pianta in vaso e non a radice nuda.
  • Scava una buca profonda 50 cm in cui collocare la pianta e riempila di terreno mescolato a concime a lenta cessione, senza comprimere troppo il terreno.
  • Il colletto deve sporgere 4-5 cm dal terreno.
  • Conficca accanto al tronco un tutore che lo sostenga, facendo sempre attenzione a non rovinare le radici.

Annaffiatura

Il cacomela è un albero resistente alla siccità e richiede poco apporto d’acqua. Anche per questo teme il ristagno idrico e vuole terreni ben drenati.

Il metodo d’irrigazione più utilizzato è quello sotto chioma per non bagnare le foglie e provocare malattie.
Nei primi due anni della pianta è necessario irrigare ogni 20-25 giorni, soprattutto nella stagione estiva, perché poi riesce a crescere grazie alle acque piovane.

Negli anni successivi, bisogna innaffiarlo solo in caso di siccità prolungata, se la pianta si mostra sofferente, con le foglie piegate verso il basso.

Concimazione

Il cacomela va concimato la prima volta al momento della messa a dimora nel terreno.

In questo caso è necessario incorporare al terriccio che ricopre la buca un concime organico a lento rilascio. Ideale è la cornunghia, un fertilizzante ricavato dagli scarti di lavorazione di corna e unghia di animali. Questo composto favorisce l’aumento di azoto nel terreno e aiuta a prevenire la formazione di muffe o funghi.

Per le piante più giovani o più deboli, è utile concimare una o due volte l’anno, con fertilizzanti ad alta concentrazione di azoto.
Mentre, quando l’albero è adulto, basterà una concimazione all’anno, all’inizio dell’autunno, prima della fioritura, spargendo ai piedi della pianta del fertilizzante a base di azoto, fosforo e potassio.

Cascola

La cascola è la caduta prematura dei fiori e dei frutti ed è abbastanza frequente negli alberi di cacomela.

Le cause più comuni sono stress colturali dovuti alla carenza di macro elementi essenziali per la salute dell’albero, oppure all’eccesso di microelementi come boro e sodio. Allora sarà utile concimare la pianta, sistemando uno stallatico alla base, in autunno.

Il problema può essere causato, anche, da un’esposizione a correnti d’aria fredda o da una carenza o un eccesso di acqua. Per ovviare a questo problema, bisogna irrigare il terreno nei tempi giusti e nella corretta quantità.

Il cacomela ha bisogno di potatura?

È utile intervenire sulle piante giovani di cacomela con un intervento di potatura di formazione, per orientare lo sviluppo della pianta. Le forme più adottate sono quella a piramide e a palmetta, lasciando 4-5 rami principali robusti, orientati in direzioni differenti.

Il cacomela da adulto va lasciato crescere libero, eccetto qualche intervento di potatura sulla ramificazione secondaria, per incentivarne la crescita e la sistemazione. Per assicurare, un taglio netto delle parti da sistemare o da contenere, utilizzare sempre degli strumenti da giardinaggio adeguati come le cesoie o forbici da giardinaggio.

Cacomela: malattie e parassiti

Il cacomela è un albero resistente, ma l’eccessivo freddo o l’irrigazione troppo abbondante possono causare il marciume delle radici o l’attacco da parte di funghi e parassiti, come le cocciniglie e il cotonello del kaki. In questi casi, per asportare il parassita, è adatto passare sui rami un batuffolo di cotone imbevuto di alcool.

Nei periodi secchi, invece, il pericolo è rappresentato dalla mosca della frutta, che macchia di scuro i frutti e li fa marcire. Se hai questo problema, devi rimuovere subito i frutti colpiti e per eliminare i parassiti, puoi utilizzare olio bianco, un insetticida privo di sostanze tossiche, usato anche in agricoltura biologica.

Ultima curiosità

Il caco è ricordato come albero della pace, perché solo alcuni alberi di questo frutto sono sopravvissuti all’esplosione atomica che colpì la città di Nagasaki nel 1945.

 

Consigli per gli acquisti


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