Giardino

Tamerici: piante ornamentali dal profumo delicato

Tamerici: piante ornamentali dal profumo delicato

Si dice tamerici e subito vengono in mente i famosi versi della poesia di D’Annunzio.

Ma pochi forse sanno riconoscere le tamerici in quegli alberi ornamentali dalla fitta e spettacolare chioma rosata che adornano i parchi e i giardini lungo le coste della nostra penisola.

Questo perché le tamerici sopportano bene il vento e l’acqua salmastra e sono perciò adatte come siepi frangivento o utilizzate per rinforzare le dighe foranee. Hanno inoltre un’elevata resistenza all’inquinamento atmosferico e crescono bene nei centri abitati.

Ma, proprio grazie alla loro bellezza, alla facilità di coltivazione e al piacevolissimo profumo, le tamerici possono anche essere coltivate sul terrazzo o in giardino, in vaso o in bonsai.

Le tamerici sono piante arbustive originarie delle zone costiere del Mediterraneo, ma anche dell’India e della Cina. Appartengono alla famiglia delle Tamaricaceae e al genere Tamarix. Il loro nome deriva dall’ebraico “tamaris”, che significa “scopa”, perché il loro fogliame ricorda la scopa usata per spazzare. Per questo vengono anche indicate con il nome popolare di “scopa marina”.

Tamerici: dove va l’accento?

La parola “tamerici” si pronuncia con l’accento sulla i, ossia “tamerìci”.

Tamerici: caratteristiche botaniche

Le tamerici sono piccoli arbusti a foglia caduca che non superano i 6 metri di altezza.

Sono provviste di un robusto apparato radicale e di un tronco tozzo e rugoso di colore scuro.

Presentano rami lunghi e sottili, che in alcune specie sono leggermente ricadenti verso il suolo e rimangono di colore verde anche durante l’inverno.

Le foglie sono piccole e carnose, si mostrano distribuite a spirale sui rami e assumono un colore verde chiaro che tende all’azzurrino.

L’abbondantissima fioritura è sicuramente la caratteristica più appariscente di queste piante. In primavera, infatti, le tamerici ricoprono completamente i loro rami di piccoli fiori rosa, che le fanno sembrare soffici ed eleganti nuvole. I fiori di tamerice sono raccolti in infiorescenze a spighe ed emanano, inoltre, un gradevolissimo profumo.

Al termine della fioritura spuntano i frutti, che sono piccole bacche marroni che contengono al loro interno dei piccoli semini secchi.

Tamerici: specie principali

Esistono circa 60 specie di tamerici e moltissime cultivar. Le più coltivate in Italia sono

  • Tamarix gallica, la specie più diffusa sul nostro territorio. Raggiunge massimo 5 metri di altezza ed è una specie che si adatta molto bene ai terreni salini. Per questo la si può trovare crescere spontanea vicino alle rive del mare o coltivata per la realizzazione di barriere frangivento.
  • Tamarix africana, che presenta fiori di maggiore grandezza. È molto utilizzata per proteggere dal vento gli orti e i vigneti situati vicino alle coste.
  • Tamarix tetrandra, dal portamento cespuglioso o piangente. È la specie più apprezzata per il suo valore ornamentale.
  • Tamarix ramosissima, con una fioritura tardiva a fine giugno. I suoi fiori vanno dal bianco al rosa salmone ed è la specie più adatta ai suoli poveri. Insieme alla varietà chinensis è coltivata anche come pianta bonsai.

Tamerici: coltivazione

Le tamerici sono piante molto rustiche che si adattano a diversi tipi di terreno e, pur avendo il loro habitat naturale sulle coste, sopportano bene qualsiasi tipo di clima. Sono, inoltre, molto resistenti alle malattie e richiedono poca manutenzione.

Tamerici: esposizione

Le tamerici prediligono una posizione luminosa e un’esposizione diretta alla luce del sole per molte ore al giorno. Non temono tuttavia il freddo, anche se gelate eccessive possono danneggiare gli apici dei rami.

Tamerici: terreno

Le tamerici crescono rigogliose in terreni molto sciolti, anche calcarei e soprattutto ben drenati. È bene aggiungere della sabbia al terreno di coltura della pianta.

Tamerici: innaffiature

Le tamerici sono molto resistenti alla siccità e per loro è sufficiente anche solo l’acqua piovana. Ma gli esemplari giovani e dopo prolungati periodi senza pioggia hanno bisogno di una irrigazione più costante, senza mai essere eccessiva.

Tamerici: concimazione

In primavera o in autunno, ad anni alterni, si può somministrare alla pianta del concime organico maturo, da distribuire sul terreno alla base del tronco.

Tamerici: potatura

Si può provvedere a delle potature per eliminare i rami più secchi che la pianta tende a produrre e permettere così la crescita di una chioma più sana e armoniosa.

La potatura va effettuata

  • a febbraio per le piante che fioriscono sui rami dello stesso anno
  • dopo la fioritura per le specie che fioriscono sui rami dell’anno precedente

Una leggera potatura può servire anche a donare alle tamerici un aspetto più ordinato e compatto.

Tamerici: moltiplicazione

In natura le tamerici si riproducono per autodisseminazione, attraverso i loro semi sparsi dal vento. Sono infatti considerate piante molto invasive.

La moltiplicazione può avvenire

  • In primavera, seminando i piccoli semi prelevati non appena i fiori si schiudono.
  • In autunno, ricavando delle talee legnose lunghe una trentina di centimetri dagli apici dei rami. Le talee possono essere messe a radicare in vasetti con un miscuglio di sabbia e torba, oppure possono essere impiantate direttamente nel terreno. Le tamerici radicano velocemente e già in primavera spunteranno i primi germogli.

Tamerici: ultima curiosità

Oltre al già citato D’Annunzio, le tamerici hanno ispirato molti poeti. Omero le cita nell’Iliade, Virgilio nelle Bucoliche e Pascoli intitolò loro una raccolta di poesie: “Myricae”, che significa appunto tamerici.

Inoltre, la leggenda narra che la manna che nutrì il popolo ebreo in fuga dall’Egitto, altro non fosse che la linfa prodotta dagli alberi di tamerici.