L’iperico è una pianta officinale perenne semisempreverde, molto usata nella medicina tradizionale e in erboristeria per l’elevato contenuto di flavonodi contenuti nei suoi fiori, che svolgono un’azione sedativa e antidepressiva.
L’iperico appartiene alla famiglia delle Clusiaceae e al genere Hypericume cresce spontaneo in luoghi soleggiati, su terreni asciutti, lungo i margini delle strade, ai bordi di campi e nelle radure, fino a 1600 m d’altitudine.
Conosciuto anche popolarmente come erba di San Giovanni o scacciadiavoli, l’iperico viene associato da tempi molto antichi a poteri magici e curativi. Il suo nome deriva dal greco hyper-eikon, cioè pianta che cresce sulle statue, e veniva appeso a piccoli mazzi sopra le immagini sacre, per allontanare gli spiriti maligni dalle case.
Iperico: caratteristiche botaniche
L’iperico è una pianta erbacea con un corto rizoma e un fusto eretto, legnoso e ramificato, che raggiunge i 60-100 centimetri.
Le foglie sono ovali e allungate, picchiettate di minuscole ghiandole trasparenti, che gli danno un aspetto “perforato”.
Ha il suo periodo di massima fioritura intorno alla metà di giugno, durante il solstizio d’estate, con fiori giallo intenso, riuniti a corimbo che emanano un gradevole profumo e se stropicciati colorano le dita di rosso, per il loro contenuto di ipericina.
Per gli usi terapici si utilizzano solo i fiori e in minor misura le foglie.
L’iperico non si mangia, ma va utilizzato per preparare tisane rilassanti o se ne ricava un olio da utilizzare per uso topico.
In commercio si possono trovare i semi di iperico per una coltivazione casalinga, ma fai molta attenzione, perché oltre ai benefici effetti, l’iperico ha anche molte controindicazioni e interagisce con altri farmaci, come quelli per la cura del cancro, gli anticoagulanti, la pillola anticoncezionale, gli antidepressivi, per esempio. Prima di assumerlo chiedi il parere al tuo medico curante, che saprà valutare se è un rimedio valido per te, in base al tuo stato clinico, senza rischi per la tua salute.
Iperico: coltivazione
L’iperico o erba di San Giovanni, come abbiamo detto, appartiene al genere Hypericum, composto da tantissime specie piante. È una pianta che storicamente è stata più apprezzata per le sue proprietà che per le sue caratteristiche ornamentali, avendo la maggior parte delle piante appartenenti a questo genere fiori molto piccoli.
Tuttavia nel corso del tempo sono state selezionate alcune specie di piante che producono fiori molto belli ed abbastanza grandi da essere prese in considerazione da molti vivaisti e floricoltori.
Tra queste, l’iperico occupa di sicuro una posizione di rilievo, una delle specie di piante appartenenti a questo genere che ben si adatta al nostro clima e che produce fiori gialli intenso molto vistosi, come abbiamo già accennato.
Pianta molto rustica, l’erba di San Giovanni o iperico, è una pianta di facile coltivazione che non necessita quindi di molte cure ed attenzioni.
Terreno
Essendo una pianta molto rustica, l’iperico ben si adatta a tutti i tipi di terreno purché siano ben drenati, dato che teme, come la maggior parte delle piante, ristagni d’acqua che possono causare il marciume radicale e la conseguente morte della pianta.
Esposizione
Come abbiamo già accennato, l’iperico ben si adatta al nostro clima da quello più rigido a quello più mite e nonostante alcune specie crescono bene sia all’ombra che a mezza ombra, l’iperico predilige luoghi soleggiati. Quindi per ottenere fioriture abbondanti e rigogliose scegliere un luogo soleggiato per la messa a dimora di questa splendida pianta.
Annaffiature
L’iperico o erba di San Giovanni è una pianta molto resistente e in genere si accontenta delle piogge per placare la sua sete. Tuttavia in periodi di lunga siccità è consigliabile annaffiare la pianta di tanto in tanto, evitando sempre la formazione di ristagni d’acqua.
Potatura
La potatura per questo genere di piante si differenzia a seconda della specie. Per le specie caduche prima dell’arrivo della primavera va effettuata una potatura a livello del suolo, dando alla pianta la possibilità di rinnovare i sui rami su cui cresceranno i nuovi fiori.
Mentre per le specie sempreverdi l’attività di potatura sarà limitata al contenimento delle pianta, quindi saranno accorciati solo i rami più lunghi dopo il periodo della fioritura.
Per assicurare, un taglio netto delle parti senza schiacciature, utilizzare sempre degli strumenti da giardinaggio adeguati come le cesoie o forbici da giardinaggio.
Iperico: proprietà
L’iperico viene utilizzato per le proprietà calmanti degli stati ansiosi e antidepressivi e, per via topica, per le sue proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e antisettiche.
L’iperico aumenta i livelli di serotonina, noradrenalina e dopamina, neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione del sonno e dell’umore, e modula la secrezione di melatonina. In tal modo cura:
- depressione,
- ansia,
- stanchezza,
- perdita d’appetito,
- disturbi del sonno.
Trova inoltre applicazione nel trattamento di:
- palpitazioni ,
- cambiamenti d’umore e altri disturbi tipici della menopausa,
- disturbo da deficit di attenzione/iperattività,
- disturbo ossessivo-compulsivo,
- esaurimento,
- sindrome da fatica cronica,
- emicrania e altre forme di mal di testa,
- dolori muscolari e di origine nervosa.
Infine, l’olio di Iperico è utilizzato per trattare:
- lividi e lesioni cutanee,
- infiammazioni,
- dolori muscolari,
- ustioni di primo grado,
- ferite,
- punture di insetto,
- emorroidi,
- dolore di origine nervosa.
Ultima curiosità
La leggenda nostrana vuole che l’iperico sia germogliato dal sangue di San Giovanni Battista (da cui anche il nome di erba di San Giovanni), decapitato per volere di Salomè.
Per questo fiorisce intorno al 24 giugno, festa del Santo, e l’olio che si estrae dai suoi fiori è di colore rosso rubino.
L’altro nome con cui è conosciuta la pianta, ossia scacciadiavoli, deriva dalla storia che vuole il Diavolo in persona che tenta di entrare nelle case attraverso i mazzi di iperico appesi all’uscio delle porte, proprio per impedire l’entrata degli spiriti maligni. Ma la resistente pianta non cede e i piccoli fori sulle foglie sono i segni della battaglia.