La coltivazione della vite risale a tempi antichi, è una pianta arborea rampicante, e come tutte le piante ha delle avversità parassitarie. Esistono tanti parassiti che possono colpire questa pianta quindi non esiste un insetto che rovina i vigneti, ma ne esistono tante specie che possono danneggiare in modo più o meno grave le viti o sui frutti.
Scopriamo insieme quali sono i più dannosi e comuni parassiti della vite e cosa possono provocare se non debellati in tempo.
La vite è una pianta rampicante che per crescere ha bisogno di attaccarsi a dei sostegni mediante i suoi viticci.
Questa pianta può raggiungere larghezze ed altezze notevoli, se non viene potata, attaccandosi a tutto quello che la circonda, alberi, su pareti rocciose, o coprendo il suolo.
La vite ha delle radici molto sviluppate che possono talvolta superare anche i dieci metri di lunghezza.
Dal suo fusto partono molti rami, chiamati tralci.
Le foglie, dette pampini, palminervie, alterne, sono semplici e costituite da cinque lobi principali più o meno profondi, su una forma di base a cuore.
Le foglie presentano delle differenze a seconda delle varie specie quindi sono molto importanti per il riconoscimento dei diversi vitigni.
I frutti sono degli acini pieni di succo di forma e colore variabile: gialli, viola o bluastri, raggruppati in grappoli, da cui si estrae il succo o mosto per il vino.
I principali insetti che possono rovinare i vigneti divisi per ordine:
Coleotteri
- Altica – gli adulti e le larve di si nutrono delle foglie
- Anomala – il genere Anomala vitis provoca erosioni dei tessuti internervali delle foglie
- Bostrico (Sinoxylon perforans): a primavera gli adulti forano le gemme per cibarsene. Le femmine scavano gallerie per la riproduzione; le larve invece ne fanno di parallele all’asse del tralcio; gli adulti ancora ne fanno per nutrirsi. Infine ricavano anche cunicoli in cui svernare.
- Bostrico della vite – le larve e gli adulti scavano gallerie dirette in tutti i sensi interessando l’intero spessore dei rametti che possono facilmente spezzarsi.
- Gramignuolo – le larve di Cebrio gigas si nutrono dell’apparato radicale distruggendolo in breve tempo
- Oziorinco – gli adulti di Otiorhynchus sulcatus erodono i germogli, le foglie e le radici; le larve si nutrono delle radici.
- Rizotropo – le larve di Amphimallon solstitiale erodono le radici
- Scarabeo – le larve di Phyllognathus silenus si nutrono dell’apparato radicale delle piantine da poco messe a dimora
- Scrivano – gli adulti di Bromius obscurus si nutrono delle foglie provocando erosioni irregolari e tortuose; attaccano anche gemme e germogli provocandone il disseccamento; le larve si nutrono delle giovani radici
- Sigaraio – le femmine di Byctiscus betulae formano con le foglie arrotolate dei nidi a forma di ‘sigaro’, in cui depongono le uova, le larve si nutrono dei tessuti fogliari che formano la parte interna del nido
Rincoti
- Cicadella bufalo – il rincote Stictocephala bisonia causa danni alla vite grazie alle sue punture di nutrizione che provocano defermazioni, accartocciamenti e ingiallimenti su tralci, foglie, piccioli e rachide del grappolo. L’attacco può essere problematico sulle giovani piantine dei vivai.
- Cicalina – gli adulti di Empoasca vitis con le loro punture causano l’arresto della maturazione dell’uva e una scarsa lignificazione dei tralci.
- Cicalina gialla della vite (Zygina rhamni): specie meno mobile e dannosa rispetto all’Empoasca vitis. Agisce intorno alla metà di maggio; compie 2-3 generazioni annue. Si nutre di cellule del parenchima fogliare, pertanto l’area colpita scolorisce: ciò determina una minore superficie per la fotosintesi e di conseguenza una maturazione più stentata.
- Cicalina del Legno nero (Hyalesthes obsoletus) è vettore del citato fitoplasma; lo Scaphoideus titanus invece è il vettore della flavescenza dorata, altra patologia provocata da fitoplasma.
- Cocciniglia bianca – adulti e neanidi di Diaspis pentagona si sviluppano sulle parti epigee della pianta nutrendosi della linfa, formano sui tralci legnosi dense croste di follicoli pluristratificati
- Cocciniglia cotonosa – adulti e larve di Planococcus citri colpiscono tutti gli organi erbacei e legnosi, causando anche danni indiretti sui grappoli, in quanto gli escrementi favoriscono lo sviluppo di fumaggine
- Cocciniglia farinosa della vite (Planococcus ficus): gli esemplari di questa specie tendono a concentrasi in gruppi numerosi.
- Heliococcus bohemicus: morfologicamente somiglia al Planococcus ficus, ma se ne differenzia in quanto, diversamente dall’altro, si disperde sulla vegetazione circostante.
- Cocciniglia gobbo-striata Parthenolecanium corni: infesta tralci rachide dei grappoli e pagina inferiore delle foglie. Di solito compie una generazione, talvolta due.
- Cocciniglia nera – adulti e neanidi di Targionia vitis invadono il tronco e i tralci ricoprendoli quasi totalmente e insinuandosi nelle screpolature della corteccia
- Cocciniglia a virgola – adulti e neanidi di Mytilococcus ulmi attaccano i giovani tralci e le foglie.
- Fillossera o Viteus vitifoliae– le femmine di Daktulosphaira vitifoliae nate in primavera da un uovo ibernante, provocano sulle foglie una galla che sporge nella pagina inferiore in cui depone le uova, da cui nascono le neogallecole-gallecole che invadono la parte epigea della pianta provocando la formazione di numerose galle, in cui depongono a loro volta le uova, da cui nascono soprattutto a fine estate nuovi individui chiamati neogallecole-radicicole che si calano nel terreno invadendo le giovani radici provocandovi numerose nodosità, in prossimità dell’autunno le forme radicali depongono delle uova che danno origine alle sessupare alate che sciamano e sono in grado di deporre uova da cui nascono individui maschi o femmine che accoppiandosi danno vita all’uovo che iberna, da cui in primavera nascerà la femmina fondatrice. Questo ciclo è completo solo sui vitigni americani mentre sulla vite europea manca la fase epigea e si sviluppano solo le forme radicicole che ibernano sulle radici.
- Metcalfa – La Metcalfa pruinosa è un insetto polifago in grado di colonizzare svariate specie. Su vite attacca la pagina inferiore delle foglie, i tralci, i germogli e i grappoli, ricoprendoli con una secrezione zuccherina sulla quale si sviluppano fumaggini che ostacolano la fotosintesi e danneggiano lo sviluppo e la produzione della pianta.
- Pulvinaria – le larve di Pulvinaria vitis L., invadono foglie e giovani rametti, mentre gli adulti invadono i tralci più grossi
Lepidotteri
- Eulia – le larve di prima generazione di Argyrotaenia pulchellana danneggiano i fiori, mentre quelle di seconda generazione gli acini, provocando oltre al danno indiretto anche un maggior rischio di attacchi di Botrite
- Minatrici – Le larve giallicce di Holocacista rivillei vivono nel parenchima fogliare scavando gallerie sempre più grandi fino a formare una grande camera, dove si incrisalida.
- Rodilegno rosso – le larve di colore rosso-vinoso di Cossus cossus provocano numerose gallerie sotto la corteccia che finiscono per congiungersi formando ampie camere che raggiungono il cilindro centrale
- Tignole – le larve di Polychrosis botrana e Eupoecilia ambiguella colpiscono il grappolo in tutte le fasi di maturazione, provocando il disseccamento dei fiori e erodendo gli acini, distruggendo i grappoli. Tignoletta dell’uva/della vite Lobesia botrana
- Tortrice – le verdi larve di Sparganothis pilleriana si nutrono delle foglie, delle gemme, dei fiori e dei germogli, avvolgendoli con fili sericei
- Zigena – Gli attacchi di Theresimima ampelophaga sono saltuari ma possono causare perdite di produzione del 30%. Le larve, attaccano le gemme in schiusura, i germogli e le foglie.
- Bombice dispari – le larve di Lymantria dispar si nutrono del lembo fogliare.
- Noctua fimbriata e Noctua pronuba: Pur essendo specie distinte agiscono e causano danni simili. Attive con la ripresa vegetativa. Le larve al dì stanno sui ceppi del tronco per poi risalire nottetempo: si nutrono svuotando solitamente le gemme, ma a volte anche germogli e grappolini in formazione.
- Sfinge della vite Deilephila elpenor
Ditteri
- Cecidomia – le larve di Dichelomyia oenophila causano galle fogliari di colore rosso, di aspetto convesso su entrambe le pagine fogliari, con il lato inferiore peloso e forato, un’attenta osservazione delle galle evita di confonderle con quelle di Fillossera
Tisanotteri
- Tripide della vite: – il tripide Drepanothrips reuteri attacca la vegetazione giovane, poco dopo l’apertura delle gemme, causando ritardi nel germogliamento della vite. È possibile notare striature e tacche necrotiche lungo le nervature e alla base dei germogli.
Acari
- Eriofide dell’erinosi – l’attacco di Eriophyes (=Colomerus) vitis provoca sulle foglie bollosità sporgenti sulla pagina superiore a cui corrisponde una fitta peluria sulla pagina inferiore, dove si nasconde l’acaro; l’attacco ai grappoli causa la caduta degli acini
- Eriofide dell’acariosi – l’acaro eriofide Calepitrimerus (=Phillocoptes) vitis causa deformazioni, accorciamento degli internodi e decolorazione delle foglie in estate. Dalla fine di luglio le foglie assumono una colorazione rugginosa o bruna-nerastra
- Ragnetto giallo – l’attacco di Eotetranychus carpini f. vitis provoca la morte dei coni gemmari, la frastagliatura delle foglie, l’accorciamento degli internodi, l’ingiallimento e arrossamento internervale e seccume delle foglie
- Ragnetto rosso dei fruttiferi – Le viti colpite da Panonychus ulmi nelle prime fasi vegetative, presentano germogli privi delle foglie basali, deformazioni della lamina fogliare, aree necrotiche sugli internodi. In estate le foglie colpite sono dapprima plumbee, poi giallastre o rossastre.
Nematodi
- Anguillula radicicola – l’attacco di Meloidogyne sp., causa numerosi ingrossamenti sul fittone e le radici secondarie, dalle galle originarie, che vanno da dimensioni di pochi mm a circa 1 cm, il parassita si diffonde internamente attraverso i vasi, o attraverso il terreno infettando altre piante